Verso una Nuova Era Analogica
Il mondo della fotografia e della cinematografia ha iniziato a cambiare notevolmente stravolto dalla comodità ed economicità dello scatto in digitale; occorre intervenire per evitare, oppure, ritardare, che le maestranze e i laboratori iniziassero a sparire.
Pur passando gli anni la pellicola diventa compagna assoluta dei “fotogrammi” e degli “scatti importanti”, quelli che rimarranno nel tempo, indifferenti al passare della vorace tecnologia e della sua rapida obsolescenza o completa sparizione in caso di imprevisti.
Non sono sufficienti queste motivazioni ad avvallare il pensiero fisico della pellicola, senza un’ufficializzazione da parte delle Istituzioni.
Questo avviene a metà del decennio 2010, quando due avvenimenti importanti determinano e fissano la sopravvivenza e soprattutto la necessità di mantenere viva l’Immagine fissata su pellicola:
– quella del “Ministero della Istruzione e Cultura” della Germania che “obbliga” le più grandi Istituzioni Culturali tedesche a riversare molte opere “fermate in digitale” su supporto analogico;
– e le notevoli cifre donate da Fondazioni private ed investite da gruppi finanziari per l’acquisizione ed il mantenimento di archivi fotografici e cinematografici in tutto il Mondo.
I tempi erano oramai maturi, anche per un Paese come l’Italia, dove, se già le “Nuovi Arti” come il Cinema e la Fotografia (in particolar modo) erano spesso considerate “secondarie” alle “Arti Tradizionali”, l’avvento del digitale aveva quasi del tutto cancellato l’uso della pellicola e decretato il declino delle maestranze che vi si dedicavano.
Cosa che invece non si avverte sui “set fotografici e cinematografici” di respiro internazionali, dove l’uso di strumenti analogici e di maestranze specifiche è ancora consistente e vivo.
Può sembrare anacronistico e paradossale parlare di un futuro della pellicola, ma crediamo e pensiamo che non potrà mai finire veramente in quanto è un mezzo “fisico e materico” di rappresentazione, inconfutabilmente tangibile.
È anche vero che viene criticato fortemente l’abuso che talvolta viene fatto della pellicola stessa, a volte usata solo per “moda corrente” o per imitare presunti riferimenti stilistici di alcuni professionisti, in quanto tale approccio produce l’effetto contrario: quello di ridurla a mera possibilità solo per chi se lo può permettere economicamente (visti i costi nettamente più elevati del processo chimico piuttosto che di quello digitale), ma senza risultati certamente migliori.
Se anche questo atteggiamento dovesse perdurare (ma non lo pensiamo affatto) già da ora continuiamo a preservare, a coltivare e alimentare quelle capacità e conoscenze di mestieri che spesso sono molto più vecchi dell’avvento della Fotografia, arricchendole e magari migliorandole con nuove e più moderne tecnologie, sia per le parti meccaniche che per quelle elettroniche e/o elettrotecniche affinché il Tempo non renda questo mondo inesorabilmente irrecuperabile.
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